mercoledì 28 luglio 2010

La scrittura non è femmina

Però lo credono tutti. Le Muse erano femmine, che io sappia. L'ispirazione invece è una gran puttana, definizione che di per sé ha qualcosa di femminile, a meno che non sia parlando Jack di Will&Grace, ma a quel punto ci sarebbero troppe variabili. Fatto sta che - che io sappia - l'arte dello scrivere e tutto ciò che la riguarda è, beh, femminile, nel bene e nel male. La creatività è un'amante dispettosa, l'ispirazione è una passeggiatrice - come abbiamo detto, poi ci sono nove Muse che gironzolano per le stanze e vengono a soffiarti nelle orecchie quando fa loro comodo e via discorrendo.

Io invece sono convinta che la mia scrittura sia maschio.

Ci ho pensato l'altro giorno, dopo aver pubblicato il nuovo capitolo di Athanor; mi sono messa a rileggere i vecchi capitoli e, beh, i primi ora mi fanno davvero schifo. Ho notato un sacco di errori, di sbavature, di cosacce che mi hanno fatto squittire imbarazzata, perché ora come ora quelle frasi non le scriverei così. Poi mi sono detta «Ma come? Come posso dire che ora non le scriverei così? Quanto tempo è passato dal primo capitolo che ho scritto e l'ultimo che ho pubblicato? Qualche mese. Com'è possibile che il mio stile di scrittura sia così cambiato da farmi dire certe cose?»

Mi è venuto perciò da pensare che i miei scritti sono un po' come un ragazzo adolescente. Sì, sapete no? Quella fase imbarazzante della vita di ogni ragazzo, quando cresci all'improvviso e diventi tutto d'un tratto troppo lungo, troppo magro, con troppe braccia e troppe gambe. I vestiti di ieri improvvisamente ti stanno piccoli e dai calzoni spuntano le caviglie ossute. Improvvisamente ti spuntano brufoli ovunque, tanto che se unissi i puntini sulla fronte probabilmente ne ricaveresti un paesaggio agreste con tanto di contadini che pascolano le vacche. E poi la voce che cambia, i primi peli sotto il naso - quattro, tutti distanti due dita tra di loro - le prime erezioni e le eiaculazioni precoci... insomma, uno schifo. Però intanto cresci.

E così penso che sia il mio stile di scrittura. Da bambino urlante e sbavoso si è trasformato in un adolescente rompicoglioni: cresce in fretta, ma oltre a questo fatto positivo ha tutte le schifezze della pubertà, dai brufoli a tutto ciò che gli succede nelle mutande.

Un giorno, magari, diventerà un uomo adulto: un uomo affascinante, con la voce profonda e un gran sex-appeal, che sa cosa vuole una donna e anche come soddisfarla. Lo spero. Per ora mi tengo il mio sbarbatello e gli compro qualcosa per la pelle grassa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ehilà! E' una vita che non vengo a curiosare da queste parti! Com'è?
Interessante teoria, comunque. Anche se, a dirla tutta, è un po' preoccupante (almeno dal mio punto di vista) perché se il tuo stile è paragonabile ad un teenager che va in giro col flacone di topexan in tasca, il mio che cacchio sarà mai? Un Gollum, come minimo!
A presto, Cri

J. ha detto...

Ah, Erica. Perché non lo accetti com'è, il tuo ragazzino rompicoglioni?
Dai, corri il rischio. Non fare la genitrice possessiva. Lasciagli un pò di briglia sciolta e preparati alle inevitabili cazzate che farà. Dovrai magare andarlo a riprendere dai carabinieri e ti vergognerai come una ladra, ma fa niente. Fallo vivere, è solo così che può crescere.
Sempre in attesa,
J

PS Lo so che lo sai che questo è un commento interessato. Lo so che lo sai che ti sto sottilmente (neanche tanto) rompendo i coconi in tutti i modi possibili perché tu finisca Athanor.
O almeno perché tu mi dia una altro capitolo, visto che mi hai mollato lì Jacob avvelenato e in punto di morte. Morirà felice, ma la cosa mi secca un tantino.
So anche che ci hai l'ansia da prestazione. Per me assolutamente inspiegabile, eh.
Adesso finisco questo PS più lungo dello S.
Insomma, vuoi privare il mondo di Solomon e Vup?
NON SI PUO!!!!
Baci, e libri. Tanti.